[08/10/2009] News

Nasa: parte l'aereo che svelerà i segreti dei ghiacci antartici

FIRENZE. Partirà il 12 ottobre, e durerà per sei settimane, durante le quali un DC-8 di oltre 50 metri sorvolerà la zona occidentale dell'Antartide per migliorare la conoscenza (tuttora molto limitata) che abbiamo riguardo alle dinamiche intra-glaciali del continente. Stiamo parlando di quella che la Nasa, con la consueta passione per i nomi altisonanti, ha chiamato "Operazione ponte di ghiaccio" (Operation ice bridge), che ha avuto inizio nel marzo scorso con dei voli effettuati sopra la Groenlandia, e che ora giunge al secondo step di una missione di ricerca che durerà per sei anni.

I voli partiranno da Punta Arenas, in Cile, e questa fase del progetto avrà il costo di 7 milioni di dollari. Lo scopo principale della missione è permettere ai ricercatori di continuare il monitoraggio dei ghiacci antartici negli anni a venire: è infatti in via di esaurimento la missione del satellite Icesat, che dal 2003 ha fornito alla comunità scientifica planetaria informazioni in tempo reale su vari parametri fondamentali per monitorare lo stato e la dinamica dei ghiacci nelle due regioni polari.

Alla "morte" di Icesat (che terminerà l'anno prossimo la sua attività) farà seguito il lancio di Icesat 2, ma questo avverrà non prima del 2014. Ecco quindi spiegata la necessità di mantenere attivo il monitoraggio nel lasso di tempo in questione.

Oltre a ciò, è ovviamente scopo della missione quello di implementare la (appunto, limitata) conoscenza delle dinamiche dei ghiacci marini e terrestri del continente. Questo perché, come spiega la Nasa in un comunicato, i rilevatori laser di Icesat non riescono a penetrare al di sotto del ghiaccio, ma comunque i dati disponibili indicano che «alcuni ghiacciai in Artide e Antartide stanno assottigliandosi al loro interno», ed è questo un «fattore non preso in considerazione nelle previsioni di crescita del livello dei mari effettuate nel 2007 dal quarto rapporto Ipcc»: come noto, l'Ipcc stimava un incremento medio da 18 a 59 cm entro fine secolo, ma studi successivi prodotti da autorevoli centri di previsione climatologica avevano ipotizzato che questo valore fosse sottostimato, e che la crescita potrebbe anche superare il metro entro il 2100.

Il punto è che le previsioni di incremento degli oceani sono notoriamente legate a quelle relative allo scioglimento delle calotte, oltre che a fenomeni di dilatazione termica delle acque stesse: è stimato che se dovessero improvvisamente sciogliersi tutti i ghiacci terrestri dell'Artico gli oceani crescerebbero in media di 7-8 metri, mentre nell'Antartico è "stoccata" sotto forma di ghiaccio terrestre una quantità di acqua dieci volte superiore, che sciogliendosi di colpo farebbe crescere gli oceani di 60 metri almeno.

Per fortuna, almeno lo scioglimento istantaneo dei ghiacciai polari non è evento che potrebbe avvenire nella realtà , ma comunque va ancora capito con precisione (soprattutto per l'Antartide) il modo in cui stiano reagendo le parti interne dei ghiacciai alla fase di surriscaldamento che il pianeta sta subendo.

Va ricordato, peraltro, che ancora non sussiste nemmeno l'unanimità tra gli scienziati sul fatto che i ghiacciai antartici siano effettivamente in diminuzione, e addirittura ancora non è certo che l'Antartide stia, così come tutti gli altri continenti (dove invece non ci sono più dubbi), effettivamente subendo un riscaldamento, in termini di temperature medie: lo stesso Ipcc, a questo proposito, ha parlato di «riscaldamento significativo negli ultimi 50 anni in tutti i continenti, eccetto l'Antartide», ma va detto anche che studi successivi condotti dal Goddard center della stessa Nasa hanno stimato invece un riscaldamento di 0,12° C per decennio dal 1957 al 2006 sulla superficie antartica.

Comunque sia, è pure da ribadire come, in un contesto climatico come quello antartico (esso è definito un "deserto freddo", dove le precipitazioni sono molto limitate), ogni lieve aumento di temperatura comporta in primo luogo un aumento degli apporti precipitativi, che sono ovviamente di natura quasi esclusivamente nevosa: ed ecco che in varie zone del continente (ad esempio la banchisa marina circostante) si ha un trend di moderato aumento dei ghiacci, cioè il ghiaccio caduto dal cielo è più di quello che, per lo scioglimento, viene perduto.

E' questa, almeno, la spiegazione ritenuta più veritiera rispetto alla "eccezione antartica". Sono quindi molti, tuttora, i dubbi da chiarire a fondo sul funzionamento della macchina climatica e sui suoi effetti sul pianeta: ed ecco motivata l'importanza di missioni come l'operazione Ponte di ghiaccio.

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