[07/10/2009] News toscana

E intanto arriva la fine dell'estate toscana (anche se siamo già al 7 ottobre...)

FIRENZE. Secondo gli ultimi aggiornamenti dei modelli fisico-matematici previsionali, dovrebbe esaurirsi nel pomeriggio di venerdì prossimo (in modo forse temporaneo, ma più probabilmente definitivo) la morsa dell'alta pressione africana sull'Italia e sulla Toscana. Anche se le temperature di questi giorni sulla regione sono state relativamente miti, pur ben oltre le medie del periodo (oggi a Firenze la massima è stata di 26° C, di fronte a una media di ottobre - dati Lamma - di 20,5°), infatti, va evidenziato come la configurazione meteorologica attuale stia sostanzialmente riproponendo quella che ha caratterizzato tutta la seconda parte della scorsa estate e gran parte del mese di settembre.

Nell'immagine (nostra elaborazione su immagini Gfs-Sat24) è visibile nella parte superiore l'immagine satellitare riferita alle 12 di oggi, mentre nella parte inferiore si può vedere la stessa immagine elaborata dal modello Gfs, dove ai diversi colori corrispondono pressioni atmosferiche (più tecnicamente "geopotenziali") differenti: gli estremi sono il rosso (a sud, che indica una forte stabilità atmosferica) e il blu (pressione minima, cioè forte instabilità) visibile nella zona del polo nord, e tutti i restanti colori visibili sono intuitivamente sfumature intermedie di stabilità atmosferica.

Per capire come questa disposizione delle masse d'aria dovrebbe essere più tipica delle fasi più intense dell'estate, e non certo dei primi di ottobre, è utile sapere che in meteorologia questa configurazione (cioè quella che vede un promontorio di origine africana sul Mediterraneo) è detta "cammello", ed essa comporta che il transito delle perturbazioni atlantiche avvenga (vedi parte superiore dell'immagine) molto più a nord della penisola, in questo momento sulla Francia settentrionale.

Va ricordato che, al netto di altri fattori, le piogge e il freddo sul Mediterraneo possono giungere solo quando esso non è occupato da un'alta pressione che (agendo come uno scoglio in mezzo ad un fiume) devia le correnti umide e/o fredde, che nella maggior parte dei casi giungono dall'Atlantico a causa dei venti dominanti occidentali causati dalla rotazione terrestre. Solitamente succede che, dopo che in estate gli anticicloni subtropicali (Azzorriano o - sempre più spesso come avvenuto quest'estate - Africano) hanno occupato il Mediterraneo, poi si ha una loro ritirata verso sud col conseguente abbassamento di latitudine del flusso atlantico perturbato di cui sopra, ed ecco arrivare l'autunno e le sue piogge.

Questo finora non è avvenuto, se non in modo temporaneo, ed è appunto previsto che possa iniziare ad avvenire più stabilmente da venerdì 9. Il punto focale è però capire se questa configurazione meteorologica (che colpisce, tra le varie regioni italiane, la Toscana in modo particolare per motivi spiegati altre volte) è da attribuirsi agli effetti del surriscaldamento globale oppure no: e, anche se chiaramente possiamo trovarci davanti ad un fattore contingente, va ricordato che una eccessiva incidenza delle aree anticicloniche sub-tropicali (cioè delle aree rosse dell'immagine) sull'Italia e la Toscana e proprio uno degli effetti più indubitabilmente legati al Global warming.

Come spiegato più volte dal climatologo Giampiero Maracchi, infatti, la tendenza ad una sempre maggiore espansione degli anticicloni subtropicali sull'Italia e sulla Toscana è fenomeno direttamente collegato all'incremento di potenza della cella di Hadley (il meccanismo atmosferico di trasporto del calore dall'equatore alle zone temperate) e allo spostamento verso nord del suo braccio discendente. E, a sua volta, l'espansione della cella di Hadley è fenomeno direttamente legato al surriscaldamento globale: il calore che giunge all'equatore, cioè, è "spinto" verso nord verso le aree temperate, e questo comporta la formazione di aree di alta pressione pressoché permanenti. E se, solitamente, il braccio settentrionale della cella di Hadley (e quindi le altre pressioni) si spinge fino alle nostre latitudini solo in estate, ecco che negli ultimi anni succede sempre più spesso che questa configurazione perduri anche nei mesi autunnali, fino al caso-limite rappresentato dal non-inverno 2006/07, in cui questo elemento (insieme ad altri) durò per buona parte della brutta stagione.

Insomma, magari siamo di fronte ad eventi casuali, ma più probabilmente siamo davanti a quelle conseguenze che i centri di analisi climatologica prevedevano da oltre un decennio come più probabili per l'Italia e la Toscana, proprio a causa del global warming.

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