[06/10/2009] News

Lampade ad alta efficienza: nessun danno alla salute e nessun problema per i fotofobici

BRUXELLES. Il paradosso sarebbe che, inventate per far bene all'ambiente risparmiando energia, alla fine facessero male alla salute. Per questo la Commissione europea ha voluto scongiurare il rischio che le nuove - ma non troppo - lampadine fluorescenti a risparmio energetico arrechino un danno alle persone "sensibili alla luce", cioè affette da quella che si chiama "fotofobia".

Si tratta di un disagio piuttosto comune, anche se la fotofobia grave può portare problemi agli occhi e causare talvolta anche grave dolore.

Per esorcizzare il rischio che le lampadine fluorescenti compatte possano danneggiare proprio queste persone, è stata formata una commissione scientifica ad hoc: lo Scenihr, (Commissione scientifica per i nuovi ed emergenti rischi per la salute) facente capo alla direzione generale Sanità e protezione dei consumatori della Commissione europea.

Alcune associazioni di pazienti si erano dette preoccupate che lo scintillio, i campi e gli ultravioletti emessi da queste lampadine di nuove generazione potessero aggravare i sintomi delle persone foto fobiche. Ciononostante, la commissione non ha trovato alcuna prova evidente di questi effetti, stesso risultato raggiunto anche dalla Uk Hpa (Agenzia britannica per la protezione delle salute).

Entrambe le commissioni hanno rilevato che solo nel caso in cui si rimane esposti da vicino (meno di 20 cm) alla luce artificiale di queste lampadine, per più di 8 ore, c'è il rischio di eccessiva esposizione a raggi ultravioletti, rischio che vale comunque per tutti, non solo per i foto fobici. Ad ogni modo, questo caso estremo può essere evitato utilizzando delle lampadine a doppio schermo oppure alogene, che hanno lo stesso spettro di luce delle lampadine fluorescenti tradizionali.

Un altro spauracchio è dato dalla paura che queste lampadine possano scatenare attacchi a persone epilettiche o soggette a forti emicranie. Lo Scenihr ha studiato i campi magnetici e gli ultravioletti prodotti, accertando che queste lampadine operano a frequenze così alte che superano di molto l'umana percezione. Per quanto riguarda nel dettaglio i campi magnetici, è accertato prima di tutto che questi diminuiscano considerevolmente oltre i 30 cm dalla fonte di luce, e, in secondo luogo, che rientrano nei limiti fissati dalla normativa Ue sulla sicurezza dei prodotti.

Per quanto riguarda il mercurio contenuto dalle lampadine fluorescenti, sostanza che ricopre un importante ruolo per l'efficienza energetica e il loro spettro di vita, va ricordato che è presente solo in 5 mg, quantità esigua se comparata con i 50 mg delle pile tradizionali o ai 500 mg delle normali otturazioni dentali.

Il limite di 5 mg è fissato dalla direttiva europea sulle sostanze rischiose del 2002, che proibisce l'utilizzo del mercurio nei prodotti elettrici ed elettronici, ma prevede delle limitate eccezioni. Inutile precisare, inoltre, che il mercurio non fuoriesce dalla lampadine a meno che non si rompa accidentalmente. In questo caso, la Federazione europea della compagnie produttrici di lampade, consiglia di arieggiare la stanza e di pulire la lampada con uno straccio bagnato, evitare il contatto con la pelle e non utilizzare un aspirapolvere.

Lo Scenihr raccomanda di sostituire la lampadina al primo accenno di malfunzionamento (cattivo odore, fumo, scintillamento intermittente), e in ogni caso una volta esaurita la lampada non va buttata nel cassonetto dell'indifferenziato bensì portata alle stazioni ecologiche o in appositi luoghi di raccolta attrezzati dai singoli comuni.

 

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