[05/10/2009] News

Sardegna: approvato il Piano casa. Gli ambientalisti: «Un grimaldello per scardinare il Piano Salvacoste»

LIVORNO. Il centro-destra sardo, con la defezione degli alleati del Partito sardo d'azione (Psd'az) ha approvato un Piano casa regionale che, con la scusa del rilancio dell'economia e titillando la voglia di cemento che lo ha riportato al governo della regione, cancella praticamente il Piano salva-coste di Renato Soru e permette di costruire ed aumentare le volumetrie anche nella fascia costiera di 300 metri dal mare e addirittura nei 150 metri nelle isole minori, fortunatamente in gran parte difese da vicoli sovraordinati come i parchi nazionali o da Sic e Zps con vincoli europei. Bisognerà capire quanto reggeranno e se anche il governo nazionale darà una mano a scardinarli.

Ci va giù duro Giampaolo Diana, vicepresidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale: «Con l'approvazione dell'emendamento della Giunta, che consente l'edificazione entro i trecento metri dal mare, la maggioranza ha deregolamentato tutta la normativa in materia urbanistica, con il solo obiettivo di rispondere alle pressioni dei costruttori amici. Non solo,  il centrodestra ha messo mano a qualcosa che per i sardi era inviolabile (la fascia dei 300 metri e dei 150 nelle isole minori).  Si tratta di un fatto gravissimo, del quale il presidente Cappellacci (sempre assente in aula) e i suoi si assumeranno le responsabilità: stanno privando le future generazioni di un patrimonio ambientale di valore inestimabile e consentendo, a partire da oggi, che le  nostre coste subiscano l'assalto dei costruttori, un assalto che porterà cemento e distruzione. Come opposizione abbiamo fatto l'impossibile in aula per impedire questo scempio, ma, purtroppo, l'arroganza della logica dei numeri e la sordità ottusa hanno impedito un minimo di confronto. Rivolgo ora un appello alle associazioni ambientaliste, alle organizzazioni sindacali e innanzitutto al mio partito, il PD, affinché si promuova una straordinaria mobilitazione di massa in difesa del bene ambiente e delle nostre coste».

Il Pd sardo l'appello farebbe bene a rivolgerlo a quella fazione di partito che ha fatto cadere Soru proprio sull'urbanistica e a quella parte di elettorato che ha ceduto più che volentieri alle sirene del cemento berlusconiane. Anche perché gli ambientalisti probabilmente non hanno bisogno dell'invito dei partiti: Italia Nostra, Legambiente, e Wwf, sapendo come sarebbero andate a finire le cose in regione, avevano già convocato per il 6 ottobre una manifestazione contro il Piano casa davanti al Consiglio regionale.

E Vincenzo Tiana (Legambiente Sardegna), Fanny Cao (Italia Nostra) e Luca Pinna (Wwf) sottolineano che «Il Consiglio regionale va avanti con un "Piano casa" peggiorativo delle norme di salvaguardia paesaggistica. Chiediamo ad alta voce una modifica correttiva. La Sardegna è l'unica tra le Regioni ad avere inserito nel disegno di legge detto "Piano casa" norme relative,  e peggiorative,  al Piano Paesaggistico vigente. Il rischio è palese e i sardi devono essere informati che attraverso un dispositivo di legge in teoria volto a rendere possibili e più semplici piccoli ampliamenti edilizi, si vuole far passare, grazie a ‘maglie larghe' e deroghe, una vera e propria modifica di fatto delle norme in vigore di tutela del paesaggio. on la discussione in Consiglio si sta purtroppo riconfermando lo stesso impianto del disegno di legge che premia con volumetria aggiuntiva anche gli interventi nelle zone di maggior pregio paesaggistico, persino nella fascia dei 300 metri e nei centri storici, nonché la concessione dell'abitabilità ai sottotetti e ai seminterrati ( che subiscono danni ad ogni nubifragio).

Le associazioni Legambiente Sardegna, Italia Nostra e Wwf, in attesa del richiesto confronto col Presidente Cappellacci, hanno subito avviato una serie di incontri con i gruppi in consiglio regionale per ribadire con forza la necessità di modificare il disegno di legge secondo le richieste già avanzate in commissione urbanistica, che riguardano la riaffermazione, senza deroghe, dei principi fondamentali del Piano Paesaggistico e la rigorosa salvaguardia della fascia dei 300 metri e dei centri storici, nonché la esclusione di eventuali "accordi di programma" che possano riaprire le coste alle colate di cemento. Poiché dagli incontri non sembra emergere alcuna volontà in tal senso, aumenta la preoccupazione e diventa necessaria una mobilitazione immediata. Legambiente Sardegna, Italia Nostra e Wwf intano tutte le associazioni e i cittadini a partecipare all'assemblea partecipativa per chiedere al Consiglio una svolta correttiva nel segno della salvaguardia. Con l'approvazione dell'articolo che premia con volumetrie aggiuntive anche gli interventi nella fascia di tutela dei 300 metri ormai e' chiaro. Questo disegno di legge non è uno strumento temporaneo per concedere piccoli ampliamenti e tanto meno per dare abitazioni a chi non le ha, ma è il grimaldello con il quale chi oggi governa la Sardegna sta di fatto scardinando il Piano Salvacoste e i Piani urbanistici».

L'assalto (probabilmente "colonialista") alle coste tuba anche gli alleati del Psd'az, tanto che il capogruppo sardista Giacomo Sanna ha detto che l'approvazione del Piano casa «E' un errore perché si getta via il risultato politico dell'unanimità raggiunta in commissione e perché ormai nella popolazione la fascia dei 300 metri è considerata inviolabile, per cui non mancheranno le accuse di essere cementificatori». Ma il Psd'az, non trae (come fece con Soru che voleva fare il contrario), le conseguenze politiche e conferma l'appoggio alla giunta "cementificatrice".

Al momento del voto il Pd ha abbandonato l'aula e la consigliera regionale Francesca Barracciu ha spiegato la posizione dei democratici sardi: «Esiste un limite a tutto. Esiste un limite all'ingordigia e un limite allo sfruttamento. Il principio della sostenibilità, della tutela dell'ambiente e del paesaggio dovrebbe essere un presupposto imprescindibile in ogni azione di governo. Questa giunta regionale senza scrupoli invece tutela solo gli affari del suo quartierino riconducibile a pochi immobiliaristi bulimici. I sardi devono avere ben presente che hanno dato il voto a chi si premura solamente di favorire speculazioni immobiliari, cercando di far passare l'idea, falsa e inconsistente, che da esse dipenda la ripresa economica».

Già prima la battagliera consigliera sarda, candidata alla segreteria del Pd isolano, aveva ben spiegato la partita in gioco per la Sardegna e il suo ambiente: «Il centrodestra persiste nel tentativo di far passare un "piano casa" viziato da difetti di forma ed impostazione nell'elisir capace di smuovere l'economia e ridare benessere alla Sardegna. Quanto deviante sia questa visione dalla realtà è immediatamente evidente se solo si considera che gli interventi nel settore edilizio possono avere effetti realmente benefici solo in presenza di massicci interventi pubblici sulle grandi opere infrastrutturali, cosa dalla quale il Governo italiano rifugge. E lo dimostra sottraendo i quasi 500 milioni di euro alla Sassari-Olbia. È impensabile sperare che la chiusura di verande e l'ampliamento di volumi di abitazioni ed alberghi, svincolati dalle più elementari e sacrosante considerazioni ambientali, di sicurezza e di salvaguardia del paesaggio, possano sostituire un simile mancato grande investimento che avrebbe permesso di risparmiare inestimabili vite umane. Il "piano casa" del centrodestra è ad uso e consumo degli speculatori edilizi, contro gli interessi dei sardi e della Sardegna di cui, esclusivamente, depotenzierà la capacità di attrazione e di conseguenza il turismo. Per questo noi continueremo ad opporci strenuamente, certi di lavorare per salvaguardare il territorio, il paesaggio e gli interessi generali dei sardi».

 

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