[30/09/2009] News

Il Partito comunista vietnamita contro il bracconaggio. Ma intanto scompare la saola

LIVORNO. Nei giorni scorsi a Lai Chau, in Vietnam, è successa una cosa davvero inusuale: quasi 350 responsabili della propaganda del Partito comunista vietnamita (Pcv) hanno partecipato ad un seminario sugli effetti negativi sull'economia e l'ambiente del commercio illegale di specie selvatiche.

Infatti la riunione mensile del gruppo del Comitato centrale del Pcv per la comunicazione e l'istruzione è stato dedicato alla necessità di diffondere informazioni in tutto il nord del Vietnam sulle politiche avviate dal governo di Hanoi per contrastare questo grave problema.

Il Comitato centrale del Pcv ha organizzato il seminario insieme a Traffic, il network ambientalista mondiale che controlla il commercio della fauna e della flora selvatiche per assicurarsi che non minacci le specie protette e la salvaguardia della natura, i finanziamenti per la campagna informativa arrivano dal Wwf e dall'ambasciata danese in Vietnam. L'iniziativa punta a cambiare stili di vita che stanno diventando distruttivi e ai funzionari comunisti sono stati forniti materiali informativisul commercio delle specie selvatiche che verranno diffusi attraverso il partito nei loro distretti, ministeri ed organizzazioni.

Le comunicazioni sono state curate da Traffic e dall'istituto di Ecologia e risorse biologiche del Vietnam ed hanno evidenziato «la necessità di ridurre il consumo di fauna selvatica e di porre fine al commercio illegale di animali selvatici, per promuovere l'uso sostenibile e la conservazione delle risorse naturali del Vietnam».

In indocina, e in Vietnam in particolare grazie alla sua vicinanza con il "consumatore finale" cinese, il commercio insostenibile di fauna selvatica rappresenta un lucroso affare che sta velocemente erodendo una biodiversità unica che fornisce ancora molte nuove specie che, appena scoperte, rischiano l'estinzione. La provincia di Lai Chau dove si è tenuto il seminario, si trova nel nord-ovest del Vietnam, proprio al centro della zona calda del bracconaggio, al confina con la Cina ed il Laos. Ma il Vietnam si sta rapidamente trasformando da esportartore a consumatore illegale di prodotti di specie animali e vegetali in via di estinzione, mentre il contrabbando continua come prima e più di prima, attraverso i confini di Laos e Vietnam, verso la Cina.

Secondo il responsabile di Traffic per la regione del Great Mekong, Tom Osborn, «Solo attraverso la sensibilizzazione dell'opinione pubblica per quel che riguarda la preoccupazione per salvaguardia, la fauna selvatica minacciata del Vietnam potrà essere salvata»

A causa del bracconaggio sono ormai rarissimi grandi mammiferi come l'elefante asiatico, la tigre e la saola.

La saola (Pseudoryx nghetinhensis) è uno dei mammiferi più misteriosi del mondo e secondo Traffic è sul punto di estinguersi non solo in Vietnam, ma anche nel Laos, per questo Traffic sta collaborando anche con il governo comunista di Ventiane per cercare di salvarla.

Anche in Laos il pericolo per la saola viene dalla caccia illegale, esercitata con trappole e mute di canii e gli esperti hanno detto al governo della Repubblica popolare che questo grande erbivoro «Non potrà essere salvato che con l'intensificazione della lotta anti-bacconaggio, in aree specifiche della Foresta Annamita, al confine tra Reppubblica popolare democratica del Laos e Vietnam».

E' previsto l'utilizzo di radio collari per comprendere gli spostamenti di questi elusivi animali.

«Siamo ad un punto della storia nel quale abbiamo ancora una minima, ma pertinente, opportunità di conservare questo animale straordinario - ha detto a Ventiane William Robichaud, coordinatore del gruppo di lavoro sulla aaola, messo in piedi dal gruppo di specialisti Iucn per gli animali selvatici asiatici - Se questa possibilità è probabilmente obsoleta per altre specie animali è stata certamente dimostrata dal gruppo di esperti Kouprey, durante questo incontro, il che dovrebbe convincerci che la saola sarà la prossima specie che potrebbe scomparire».

La saola, che i laotiani chiamano saht-supahp (animale discreto) e i vietnamiti bue Vu Qang, è stata scoperta dalla scienza solo nel 1992, per le sue lunghe corna somiglia alle antilopi orix del deserto arabico, ma appartiene ad un nuovo genere chiamato Pseudoryxi ed imparentato con mucche, kudu, eland e anoa.

Tutti gli esperti concordano nel ritenere la popolazione di saola in notevole diminuzione e che la sua rarefazione fosse iniziata già prima della sua scopetta nel ‘92. La Pseudoryx nghetinhensis è inserita nella Lista Rossa dell'Iucn tra le specie in pericolo critico e in via di estinzione. I pochi animali che restano sono tutti allo stato selvatico: nessuno zoo ospita saola e non si sa nulla su una loro possibile domesticazione.

 

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