[30/09/2009] News

Inchiesta sul nucleare russo: 4 anni di prigione per un giornalista

LIVORNO. Grigory Pasko è un giornalista russo che si è fatto 4 anni di prigione per aver denunciato lo sversamento di rifiuti nucleari da parte dei militari russi nel Mar del Giappone. Nei giorni scorsi, in occasione della presentazione di un rapporto di Reporters sans frontières ha raccontato la sua vicenda che mette in luce i rischi che corrono i giornalisti che scrivono di ambiente.

Ecco il suo racconto tratto da "Terra eco":

Lavoravo per un giornale della marina a Vladivostok. Portavo L'uniforme militare ma ero anche un giornalista e obbedivo alla legislazione sui media. Dopo il crollo dell'Urss all'inizio degli anni '90, delle nuove leggi hanno autorizzato i giornalisti a trattare delle questioni fino ad allora segrete. Tra queste c'era quella dei rifiuti radioattivi. Sono stato il primo giornalista russo ad interessarsi a questi rifiuti e credo che sarò l'ultimo.

Ho riportato che i militari gettano dei rifiuti nucleari liquidi nel mar del Giappone. Ho scritto diversi articoli e, all'inizio, non ho avuto problemi. Ma, nell'ottobre 1994, ho filmato e fotografato direttamente questi sversamenti. A partire dalle immagini ho fatto un film di una trentina di minuti che è passato sulla televisione russa, mentre un estratto di qualche minuto è stato diffuso sulla NHK, la televisione pubblica giapponese. L'indomani, il governo giapponese ha inviato una nota ufficiale al governo russo. Ha accusato la Russia di violare il dit ritto internazionale. La Russia ha stoppato questa pratica. Ma le autorità hanno deciso di punirmi per gli errori dell'esercito.

Tra il 1994 e il ‘ 97, hanno compilato un dossier contro di me. Sono stato seguito, la mia linea telefonica è stata ascoltata, le mie lettere aperte. Lo sapevo. L'arresto è arrivato nel 1997. Mentre ritornavo da una missione in Giappone, mi hanno arrestato alla discesa dall'aereo. Erano otto, armati fino ai denti. E' stato come in un film poliziesco.

Sono stato accusato di tradimento dello Stato ed imprigionato. Il processo non è avvenuto che due anni più tardi, nel ‘99. Questo ha avuto luogo davanti ad un tribunale militare, a porte chiuse. Mi hanno accusato di essere al soldo dei giapponesi. Il primo processo è durato otto mesi. I giudici hanno concluso che non ero uno spione ma che avevo infranto il codice militare. Eppure, quando sono stato liberato, ho fatto appello contro questo verdetto che mi dichiarava colpevole. Ma in appello, nel 2001, gli stessi giudici mi hanno condannato a 4 anni di prigione. Perché avevo già fatto due anni di preventivo tra il ‘97 e il ‘99, non mi restava più da fare che due anni.

Ma è stato molto penoso. Sono stato trasferito molto velocemente verso un campo di lavoro nella taiga, nell'est del Paese. Eravamo alloggiati in dei baraccamenti, impiegati come carpentieri. Faceva meno 30 gradi. Nel 2007, a causa di tutto ciò, mi hanno diagnosticato un cancro ai reni.
Dopo la mia liberazione, mi sono rimesso al lavoro. Ma con difficoltà. Ho scritto per un giornale a Vladivostok. Ma è stato minacciato di chiusura per ragioni fiscali. Solo quando ho lasciato il giornale, la persecuzione è cessata. Tutto era legato alla mia presenza. Molte volte, durante quegli anni, sono stato minacciato, la mia auto perquisita, le autorità mi accusavano di essere un narco-trafficante, un terrorista. Ho dovuto lasciare Vladivostok per Mosca nel 2003.

Oggi, sono un giornalista indipendente. Continuo ad avere dei problemi ma non sono il solo. Tutti i giornalisti che non hanno le stesse opinioni delle autorità hanno questo genere di difficoltà. I problemi ecologici sono diventati particolarmente sensibili per il governo. All'epoca di Eltsin, c'era un programma sull'ambiente su ogni canale televisivo. Molti giornali, riviste, scrivevano su questo tema. Ma Putin ha decretato che gli ecologisti sono degli spioni. Allora nessuno parla più di ambiente. A parte su internet. E inoltre... solo su siti molto specializzati.

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