[29/09/2009] News toscana

Empolese-Valdelsa: la filiera corta incontra la vita quotidiana

FIRENZE. Partirà giovedì prossimo, è già attivo nel comune di Montemurlo, e presto sarà esteso anche alla provincia di Grosseto. Si tratta del progetto per lo sviluppo della filiera corta nel distretto Empolese-Valdelsa, che porterà e permetterà di vendere nei negozi di vicinato (ma anche in bar e ristoranti) del comprensorio i prodotti agricoli delle campagne circostanti. L'iniziativa, finanziata secondo il "Tirreno" con 12mila euro dal Circondario Empolese-Valdelsa, per 48mila euro dalla Regione e la cui logistica è stata messa in atto dalla locale Agenzia per lo sviluppo, ha finora ricevuto l'adesione di 26 aziende agricole (su circa 150 in totale nel distretto) e di 30 negozi situati nel comprensorio.

L'adesione, che è ancora aperta ed è condizionata alla sottoscrizione di un protocollo disciplinare finalizzato a garantire l'osservanza degli impegni intrapresi, prevede la condizione di vendere i prodotti al dettaglio, in negozio, allo stesso prezzo cui sono disponibili direttamente dal produttore: a loro volta le aziende aderenti si impegnano a praticare uno sconto del 30% agli esercenti forniti, e sono previsti anche finanziamenti pubblici per coprire parte delle spese di trasporto dalle aziende agricole ai negozianti.

All'interno dei negozi saranno quindi presenti degli espositori in legno su cui saranno disponibili i prodotti agricoli locali. Secondo la cronaca locale della "Nazione" l'accordo riguarda, per ora, solo i prodotti a lunga conservazione, mentre per quelli freschi saranno possibili accordi successivi tra le parti.

Il progetto è particolarmente interessante perché costituisce un passo in avanti nell'affermazione del modello a filiera corta: finora, infatti, il "punto d'incontro" tra cittadini e produttori agricoli è stato rappresentato, nell'Empolese come in varie altre realtà, solo dal mercatale di piazza della Vittoria, che si tiene a cadenza mensile.

E' intuibile la sostanziale differenza tra i due modelli: quello del mercatale, comunque da sostenersi, è però riconducibile ad un modello fieristico, che ha un forte indotto promozionale, ma che trasforma la realizzazione della filiera corta in una specie di "evento", senza significativi indotti sul quotidiano stile di consumo delle famiglie al di là di positive eccezioni.

E' cioè da attendersi che il giorno dopo il mercatale le famiglie possano rivolgersi direttamente alle aziende in modo maggiore di come avveniva il giorno prima in conseguenza dell'incontro avuto con le aziende (pensiamo ad esempio all'acquisto di olio o di vino), ma che per la gran parte delle necessità alimentari esse continuino a rivolgersi alla grande distribuzione (per motivi economici) o ai negozi "sotto casa", per motivi di tempo. Con le misure incentivanti messe in atto, invece (e sperando che le adesioni aumentino) le famiglie potranno avere l'effettiva convenienza, sia economica sia logistica, nel rivolgersi al mercato della filiera corta.

E anche dal punto di vista culturale l'iniziativa potrà avere risvolti significativi: è infatti ben diverso, nella percezione delle persone, vedere che i prodotti a filiera corta sono presentati e venduti nei negozi (ben visibili quindi alla percezione "spicciola", quotidiana) o recarsi ad eventi fieristici dove, in un trionfo di palloncini colorati e buoni propositi ecologici-sociali, vengono presentati i prodotti agricoli locali.

E' la quotidianità, cioè, il modo migliore per radicare nella vita delle famiglie quel modello di consumo che speriamo possa diventare la normalità in quanto parte di un più generale, e altrettanto nuovo, modello di sviluppo. E l'iniziativa attuata nell'Empolese-Valdelsa va decisamente in questa direzione. Non vanno inoltre dimenticati i positivi risvolti promozionali per le aziende e per i negozi stessi, risvolti che a loro volta potranno far sì che il progetto si estenda sia territorialmente (nel resto della regione, come appunto annunciato) sia logisticamente, magari in direzione di un forte e motivato stimolo per le aziende ad aumentare il loro utilizzo di energie rinnovabili (o magari per accorciare anche la relativa filiera) e per orientare la loro attività il più possibile verso la produzione biologica.

Torna all'archivio