[29/09/2009] News

Summit Sudamerica-Africa. Le due nuove potenze energetiche riusciranno ad uscire insieme dalla povertà?

LIVORNO. Il secondo summit America del Sud - Africa (Asa) si è concluso il 27 settembre  a Palomar, in Venezuela, con l'adozione della Dichiarazione di Nueva Esparta sulla necessità della cooperazione sud-sud. Nel documento di 30 pagine i governi sudamericani ed africani riaffermano
«l'impegno a promuovere la cooperazione sud-sud come il principale obiettivo delle due regioni, per completare la cooperazione tradizionale nord-sud (...) e promuovere, tra l'altro, una crescita economica sostenuta e la creazione di lavoro decente».
Africa e Sudamerica si sono impegnate a «scambiare le loro esperienze e ad incoraggiare una stretta ed efficace cooperazione tra le due regioni, con il fermo sostegno dell'Unione africana (Ua) e dell'Unione della nazioni sudamericane (Unasur), come principali pilastri della cooperazione tra i
nostri popoli». Per questo i Paesi dell'Asa hanno deciso il rafforzamento del meccanismo di controllo che era stato stabilito nel 2006 al summit di Abuja, in Nigeria. Nel paradiso caraibico dell'isola Margarita si sono dati appuntamento una trentina di Capi di Stato e di governo e rappresentanti di alto livello di 66 Paesi.
Secondo il presidente del Niger Mamadou Tandja «L'alleanza tra I Paesi del Sud darà al nostro Paese l'opportunità di spezzare il circolo vizioso della povertà. Perché essa sarà sia innovatrice che strategica e, senza alcun dubbio, contribuirà allo sviluppo integrato e sostenibile nei Paesi del Sud, che sono sprofondati nella povertà e nella dominazione. Noi vediamo in questo una realizzazione delle ambizioni dell'Africa e l'America del sud: costruire la prosperità dei loro popoli».
Il presidente del Niger Amadou Toumari Touré, ha affermato che «Il summit dell'Asa permetterà di concretizzare gli accordi di cooperazione conclusi tra i due continenti, riaffermando allo stesso tempo che i suoi Paesi sottoscrivono pienamente le proposte q che sono state esaminate durante il
summit».
Per il vicepresidente del Kenya, Kalonzo Musyoka «Se questa alleanza tra Paesi dell'America del sud e dell'Africa raggiunge gli obiettivi stabiliti, può modificare il futuro del mondo. Per ottenere dei risultati a questo riguardo, dobbiamo sviluppare la democrazia, la buona governance ed il rispetto dei diritti umani. I nostri popoli ci chiedono di avere risultati migliori». Intanto, mentre si parlava di alti principi, le delegazioni nazionali firmavano impegnativi accordi economici.
Il padrone di casa, Hugo Chavez, ha annunciate un accordo di cooperazione con la Fao per la cooperazione agricola con l'Africa che prevede la produzione di sementi, concimi e vaccini. Il Venezuela si è anche impegnato a destinare aiuti ai Paesi africani per costruire strumenti per l'agricoltura e ad organizzare la formazione professionale e tecnica dei contadini africani e Chavez ha detto che sta progettando un sistema di borse di studio per gli studenti africani.
Il Venezuela ha firmato di un protocollo d'intesa con la Sierra Leone per realizzare una joint-venture per lo sfruttamento delle risorse minerarie. Chavez ha proposto accordi simili anche a Mauritania, Mali, Niger, Namibia e Sudafrica: «Faremo queste joint-venture e vi prometto che otterremo dei buoni risultati, perché noi abbiamo ottenuto dei risultati positivi nel campo dello sfruttamento minerario».
E' evidente che i governi di sinistra sudamericani puntano a proporre all'Africa un nuovo modello di cooperazione antagonista verso la comune esperienza neocoloniale subita dall'Occidente e alternativa all'invasione cinese.
Secondo il presidente della Bolivia, Evo Morales, «Un'alleanza tra l'America del sud e l'Africa potrebbe trasformare le Nazioni Unite. Lavorando insieme, i Paesi dell'Africa e dell''America del sud potrebbero avere un'influenza determinante all'interno dell'Onu, questi Paesi potrebbero prendere delle decisioni politiche per cambiare le strutture di questo organismo. Se i due blocchi rafforzeranno la loro cooperazione nella politica internazionale, potrebbero rendere l'Onu più democratica e lontana dal controllo esercitato da un piccolo gruppo di nazioni privilegiate».
Anche la più moderata presidente socialista cilena, Michelle Bachelet, è convinta che «Oltre alla crisi economica, noi dobbiamo far fronte ad una crisi politica ed ad una mancanza di unità multilaterale, è per questo che risultati tangibili non possono essere rinviati. Siamo 65 Paesi forti e possiamo riuscire ad ottenere delle soluzioni concrete». La Bachelet ha chiesto la creazione di un fondo multilaterale per aiutare i Paesi poveri e si è detta d'accordo con Chavez sulla necessità di un Piano strategico per gli scambi tra Sudamerica ed Africa.
L'istrionico Hugo Chavez non ha rinunciato ad occupare il palcoscenico che aveva allestito a Palomar e si è rivolto al summit Asa chiedendo «Più cooperazione tra l'America del Sud e l'Africa, due continenti ricchi di risorse petrolifere e di gas. L'America del sud conta 337 miliardi di barili di petrolio accertati, il che rappresenta il 24% delle riserve di petrolio del mondo, e 420.000 miliardi di piedi cubi di gas, mentre l'Africa dispone di 114 miliardi di barili di petrolio e di 512.000 miliardi di piedi cubi di gas, il che dimostra che i due continenti sono una grande potenza. L'America del Sud e l'Africa devono cercare di sviluppare i settori petroliferi sulla base di una maggiore integrazione Sud-Sud. Il dialogo col Nord è necessario e questo per rompere l'architettura del dominio del mondo».

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