[25/09/2009] News

L'Angola investe sui parchi nazionali e chiede aiuto contro il cambiamento climatico

LIVORNO. Il governo dell'Angola ha deciso di investire, nel 2010, 8 milioni di dollari per la protezione delle riserve naturali del grande Paese africano. In una conferenza stampa Joaquim Manuel, capo del dipartimento conservazione dei Parchi nazionali del ministero dell'ambiente di Luanda, ha spiegato che «il governo avvierà una nuova campagna nazionale di sensibilizzazione della popolazione per proteggere le risorse rare e preziose della natura nel Paese e preservare i parchi nazionali».

Il governo angolano investirà 2,3 milioni di dollari per la salvaguardia del parco nazionale di Bicuar, nella provincia meridionale di Huila, un'area protetta di 7.900 km2, e un milione di dollari per il parco nazionale di Cangandala, nella provincia centrale di Malange. Il tentativo è quello di coniugare la protezione della fauna e della flora con uno sviluppo sostenibile in aree nelle quali la biodiversità è stata duramente colpita prima dalla guerra civile che ha contrapposto Mpla ed Unita e poi da una lunga transizione che ha comportato la caccia indiscriminata di animali ed un uso del territorio non pianificato.

Gli altri parchi nazionali che richiedono urgenti finanziamenti sono quello di Iona, nella provincia  Namibe del sud e il Cameia (2,4 milioni di dollari),  nella provincia orientale di Moxico  (1,7 milioni di dollari). «Il nostro obiettivo - ha detto Manuel - è quello di fare in modo che questi parchi siano auto-rinnovabili nei prossimi 10 - 15 anni».

I soldi necessari dovrebbero venire dal Programma nazionale di investimenti pubblici e dal contributo di diverse agenzie dell'Onu e della Banca mondiale. Secondo il capo del dipartimento conservazione dei Parchi nazionali «Il ministero dell'ambiente angolano sta attualmente facendo degli sforzi per reindirizzare progressivamente i parchi nazionali e le riserve naturali, seriamente distrutti nel corso dei 27 anni che è durata la guerra civile che si è conclusa nel  2002».

Intanto i ministro dell'ambiente dell'Angola, Fatima Jardim (Nella foto), ha detto al seminario " Cambiamenti climatici nel contesto internazionale" tenutosi nella capitale Luanda, che Luanda, che «L'Africa trasmetterà alla comunità internazionale l'esigenza che vengano  ricompensati i danni causati dal cambiamento climatico. I Paesi industrializzati devono realizzare politiche e meccanismi per risolvere questa situazione, perché questa è una sfida che richiede un'attenzione e risposte urgenti. Le nazioni sviluppate devono rispettare quanto hanno promesso per aiutare a ridurre l'impatto del cambiamento climatico e prendere parte ai negoziati per gli indennizzi in favore dei Paesi africani. Il governo angolano ha elaborato diversi progetti che puntano a sviluppare il settore ambientale, tra cui la politica di rimboschimento, che esige dell'assistenza straniera per la sua applicazione efficace. L'unione africana tenta di chiedere ai Paesi industrializzati 67 miliardi di dollari ogni anno a partire dal 2020 , per ricompensare i Paesi africani che soffrono per le ripercussioni del cambiamento climatico».

L'Angola però non sta fermo in attesa degli aiuti stranieri: dal 2010 partirà un programma di messa a dimora di alberi condotto dall'Instituto de desenvolvimento florestal (Idf) che punta a reimpiantare specie arboree endemiche delle foreste angolane. Il direttore dell'Idf Tomás Pedro Caetano ha spiegato che il suo istituto sta già effettuando sperimentazioni per capire quali specie endemiche siano più adattabili ai cambiamenti climatici mantenendo la loro qualità e resistenza.

Caetano ha annunciato che «Oltre le nuove specie, l'istituto continuerà ad introdurre in varie regioni del Paese alberi come eucalipti, pini e cedri, la cui adattabilità ai suoli ed al clima angolani è stata già comprovata nelle province di Huambo, Bié, Benguela e Huila».

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