[23/09/2009] News

Europa: nessuna pietà per il tonno rosso

LIVORNO. La Commissione europea con un comunicato pubblicato ieri sera annuncia che gli Stati membri dell'Ue si sono rifiutati di sostenere la raccomandazione della Commissione che chiedeva il divieto del commercio del tonno rosso e il suo inserimento nella Convention on International Trade in Endangered Species (Cites) cosi come le aveva proposto di fare insieme il principato di Monaco alla prossima riunione della Convenzione Iccat del marzo 2010 che prenderà una decisione finale. Non c'è stato un voto formale, ma Italia, Spagna, Francia, Cipro, Malta e Grecia si sono dichiarate contrarie alla proposta di Monaco.

La reazione della commissione è stata abbastanza inusuale: ha espresso pubblicamente la sua contrarietà verso questa decisione.

A farlo è stato il commissari Ue all'ambiente Stavros Dimas che «Si rammarica della decisione di oggi (il 21 settembre, ndr) da parte degli Stati membri dell'Ue di non dare il proprio sostegno a una proposta di sospendere temporaneamente gli scambi internazionali di tonno rosso dell'Atlantico ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites)». Il commissario per la pesca Joe Borg ha detto «Sta ora alla Commissione internazionale per la conservazione del tonno atlantico (Iccat) assumersi la piena responsabilità di garantire il recupero del tonno rosso. Ora più che mai, ogni sforzo doveva essere compiuto per dare al piano pluriennale Iccat maggior peso e per renderlo  più efficace, in linea con i pareri scientifici. . I membri dell'Iccat  devono rendersi conto che il futuro stesso di questo stock simbolo dipende da questo». La sconfitta però brucia e condizionerà sicuramente le decisioni dell'Iccat, visto che molti degli Stati Ue che l'hanno respinta ne fanno parte e che contano anche molto all'interno di quell'organismo.

Greenpeace è infuriate: «L'atteggiamento insostenibile dei governi mediterranei rischia di portare all'estinzione del tonno rosso e di lasciare i pescatori a mani vuote entro qualche anno». Il Wwf  è «Profondamente deluso per la mancanza di ambizione e per la visione a breve termine degli Stati membri mediterranei». Nei giorni scorsi il Panda aveva scritto al governo ed al ministro dell'agricoltura Zaia per chiedere che votasse a favore dell'inclusione del tonno rosso nell'Appendice I della Cites, spiegando anche che «Mentre in Italia si consumano tonni provenienti dall'Oceano Indiano, Atlantico e Pacifico. Alcuni stati europei si sono già pronunciati in favore dell'inclusione. Altri sono nettamente contrari. Altri appoggerebbero l'inclusione nell'Appendice II, ma la riunione del 21 non ha questo aspetto in Agenda. Il WWF ribadisce che la situazione in cui versa la popolazione di tonni del Mediterraneo  rende più che necessaria l'inclusione nell'Appendice I, altrimenti le responsabilità di gestione rimarrebbero in mano all'Iccat (come riporta l'articolo XIV della Cites). Con un'inclusione nell'Appendice II e con la suggerita moratoria della pesca per due anni per i soli stati europei il fallimentare status quo non verrebbe in alcun modo modificato, e questa scelta creerebbe un evidente svantaggio economico per l'Italia: l'esportazione di tonno sarebbe eliminata per due anni solo dagli stati membri, mentre i paesi extraeuropei ne beneficerebbero economicamente».

La risposta è stata il no in Europa del 21 settembre. Anche Oceana e Marviva, due associazioni ambientaliste con base in Spagna, si lamentano per «L'irresponsabilità degli Stati membri dell'Ue che hanno rifiutato di appoggiare la proposta di Monaco» e Xavier Pastor, direttore di Oceana Europa, ha detto: «E' preoccupante che i Paesi dell'Ue, responsabili in parte della sparizione del tonno rosso, continuino ciecamente a difendere gli interessi dell'industria sul breve periodo, senza rendersi conto che stanno andando verso il  punto di non ritorno».

 

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