[21/09/2009] News

Nucleare: Calabria, Emilia, Liguria e Toscana fanno ricorso alla Corte costituzionale contro il governo

LIVORNO. Calabria, Toscana, Piemonte e Liguria hanno deciso di impugnare, davanti alla Corte Costituzionale, la legge numero 89 del 23 luglio scorso, che autorizza il governo a localizzare le aree destinate ad ospitare nuovi impianti nucleari. La stessa decisione la sta prendendo in queste ore anche la giunta regionale dell'Emilia Romagna.

L'articolo 25 della legge 99/2009 prevede che la costruzione di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare e di impianti per la messa in sicurezza di rifiuti radioattivi e tutte le opere connesse siano soggetti ad un'autorizzazione unica rilasciata dal Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e con il Ministro delle infrastrutture e trasporti, in intesa solo con la conferenza unificata.

Gli enti locali sono chiamati a dare pareri al termine di un procedimento al quale partecipano le amministrazioni interessate, ma non sono previste intese vincolanti tra livello centrale e territorio. E' inoltre previsto che il Governo possa sostituirsi a Regione ed enti locali in caso di loro disaccordo sulla localizzazione scelta per gli impianti.

«L'iniziativa è giusta e condivisibile - commenta Francesco Ferrante, dell’esecutivo nazionale Ecodem- e auspichiamo che le altre Regioni ne seguano l'esempio. Il decreto del governo oltre a esplicitare che gli enti locali e le Regioni vengano espropriati di ogni ruolo nella scelta dei siti, prefigurava un paese dove invece del consenso democratico ci si sarebbe basati sull'intervento dell'esercito per militarizzare le aree destinati a centrali e a depositi di scorie nucleari».

Il nucleare del resto, oltre a esser insicuro, non è affatto conveniente dal punto di vista economico (come dimostra anche il recente rapporto di un ente terzo quale il prestigioso ed autorevole Mit di Boston): «il governo Berlusconi ci sta portando in una avventura pericolosa e costosissima - conclude Ferrante - Va quindi fermato e è utile che le Regioni si mettano in prima fila in questa battaglia, che è anche e soprattutto una battaglia per la democrazia.

La legge 99/2009 ('Disposizioni per lo Sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia') dà all'Esecutivo la possibilità di decidere da solo dove collocare nuovi impianti nucleari nel caso in cui non si raggiunga un'intesa con gli enti locali, ma queste prime cinque regioni hanno scelto di presentare ricorso alla Corte Costituzionale partendo dal presupposto che l'energia secondo la Costituzione italiana è materia concorrente, dunque coinvolge anche le competenze regionali, e che per questo l'intesa con le Regioni è imprescindibile.

«Questo ricorso si è reso necessario - spiega l'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini - perchè la legge viola la Costituzione. Non è accettabile che, in assenza di un'intesa con la Regione, il Governo preceda a prescindere violando, così, le competenze regionali. Siamo davanti ad una legge che non solo va contro le scelte energetiche fatte dalla Toscana, che nel suo Piano energetico regionale ha ribadito il no al nucleare e il suo impegno per diffondere il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, ma che è apertamente anticostituzionale».

Duro anche il commento di Erasmo D'Angelis (Pd), presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale: «Il Governo Berlusconi vorrebbe trasformare l'Italia nell'unico Paese industrializzato che anziché puntare seriamente sulle energie rinnovabili, acquista le centrali-bidone francesi di vecchia generazione da costruire nel territorio di qualche imprecisato Comune. Visto che circolano i nomi di alcune aree possibili come qualche isola dell'Arcipelago Toscano, Montalto di Castro e la Maremma, il ministro Scajola chiarisca se sono vere queste indiscrezioni. Non accetteremo nessuna imposizione dall'alto, come prevede il decreto del Governo, e nessun esproprio agli enti locali e alla Regione di ogni ruolo - continua D'Angelis - se il centrodestra prefigura un Paese dove al consenso democratico si sostituisce l'intervento dell'esercito, in Toscana troveranno la più ferma opposizione popolare e istituzionale per affermare la democrazia e la qualità dei nostri territori».

«Il nucleare che c'è - aggiunge D'Angelis - è un'avventura pericolosa e costosissima e per questo sarebbe bene impegnare risorse per la ricerca del nucleare ‘pulito' e di nuova generazione. Vale la pena ricordare al Governo che il Piano energetico della Toscana non prevede il ricorso a centrali atomiche, ma garantisce la sicurezza energetica con il ricorso massiccio alle rinnovabili per coprire il 50% del fabbisogno elettrico (oggi siamo al 27%, grazie soprattutto alla geotermia) e al metano. Non accetteremo mai - conclude D'Angelis - scelte autoritarie e impianti pericolosi per la salute dei cittadini e l'ambiente».

 

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