[16/09/2009] News

Futuro nero per i mammiferi mediterranei della Lista rossa

LIVORNO. Secondo l'ultima valutazione della Lista rossa dell'Iucn (The status and distibution of mediterranean mammals) una specie su 6 dei mammiferi che vivono nel bacino del Mediterraneo è minacciata di estinzione.

Per la prima volta lo studio della Red List Iucn prende in considerazione lo stato di conservazione di tutte le 320 specie di mammiferi della regione del Mediterraneo, uno degli hot-spot della biodiversità più sensibili del pianeta, ad esclusione delle balene e dei delfini, e stima in un 3% le specie a rischio critico di estinzione, il 5% in pericolo e l'8% vulnerabile.

Inoltre l'8% delle specie di mammiferi è quasi minacciata, mentre il 3% è già estinto o estinto a livello mediterraneo. Sono ormai estinti nel bacino del Mediterraneo tigre e leone, ma in genere tutti i grandi felini se la passano malissimo.

Secondo Annabelle Cuttelod, una delle autrici del rapporto, «La minaccia principale è la distruzione degli habitat, che tocca il 90% delle specie minacciate. Delle azione devono essere condotte sul piano nazionale per proteggere gli habitat naturali al fine di non perdere la ricca biodiversità di questa regione».

Lo studio della Lista Rossa Iucn dimostra che come per roditori, pipistrelli, toporagni, ricci e talpe, che rappresentano la maggioranza dei mammiferi del bacino del Mediterraneo, sta diventando sempre più difficile sopravvivere a causa della distruzione e del degrado dei loro habitat causato da agricoltura, inquinamento, cambiamenti climatici e urbanizzazione.

Ad essere minacciati di estinzione sono soprattutto i grandi erbivori  come i cervidi, i carnivori, le specie endemiche di conigli e lepri: 8 specie appartenenti a questi gruppi sono già estinti nella regione mediterranea, tra i quali il daino persiano e (Dama mesopotamica) e l'ippopotamo comune (Hippopotamus amphibius).

Le grandi specie in pericolo critico di estinzione sono la foca monaca mediterranea (Monachus monachus) e la lince iberica (Lynx pardinus), tanto che il Congresso mondiale dell'Iucn, che si è tenuto a Barcellona nell'ottobre 2008, lanciò un appello per un'azione internazionale per la salvaguardia dei loro habitat naturali.

Per il 65% delle specie di mammiferi minacciate il pericolo viene dall'agricoltura, per il 60% dalla caccia e dalle trappole, per il 50% dalle specie invasive.

Quindi per ora è l'uomo e le sue attività, più che i cambiamenti climatici, a mettere a rischio la sopravvivenza di molte specie.

In totale, il 27% delle specie dei mammiferi mediterranei ha una popolazione in declino, il 315 sono stabili, mentre per il 40% non si hanno dati sull'evoluzione della popolazione. Solo il 3% delle specie di mammiferi ha una popolazione in crescita, spesso grazie ad iniziative di conservazione della natura.

Lo studio evidenzia che sono le montagne mediterranee il vero scrigno della biodiversità dei mammiferi: «delle concentrazioni particolarmente elevate di specie minacciate si trovano nelle montagne della Turchia, del Levante e del nord-ovest africano. Malgrado una biodiversità relativamente bassa nel Sahara, una percentuale elevate di specie sahariane è minacciata. Sulle 49 specie minacciate di mammiferi, 20 sono specifiche della regione e non si trovano in nessun'altra parte del mondo».

Dati che mettono in evidenza la responsabilità che hanno i Paesi del Mediterraneo nel salvaguardare l'insieme della popolazione mondiale di queste specie uniche.

Un'altra autrice dello studio, Helen Temple, spiega che «Al fine di assicurare la sopravvivenza dei grandi mammiferi erbivori e carnivori della regione mediterranea, occorre restaurare gli habitat e le catene alimentari. Dobbiamo incoraggiare la popolazione ad accettare i grandi predatori, migliorare la gestione delle aree protette ed applicare meglio la legislazione relativa alla caccia»

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