[16/09/2009] News

Flussi di materia: le responsabilità europee fotografate dal rapporto degli Amici della terra

LIVORNO. La riduzione del consumo delle risorse naturali è la base su cui costruire un modello duraturo di società sostenibile ambientalmente e socialmente. Per raggiungere questo difficilissimo obiettivo serve un'economia che abbia come paradigma proprio quello di frenare i flussi di energia e di materia. E gli Amici della Terra Europei, in occasione del World resource forum in programma oggi a Davos, presentano il rapporto Overconsumption? Our use of the world natural resources proprio sullo sfruttamento delle risorse naturali e sulla necessità da parte dell'Europa di introdurre politiche di valutazione dell'uso delle risorse sul proprio territorio.

Lo studio, sviluppato in collaborazione con SERI (Sustainable europe research institute), è il primo di una serie che analizza, per quattro aspetti chiave (uso dei materiali -oggetto del presente rapporto-; uso del territorio; uso dell'acqua; emissioni di gas serra), il consumo delle risorse globali. La metodologia di approccio alla misurazione dell'uso delle risorse applicata nell'analisi è stata sviluppata per Friends of the Earth Europe da SERI nel giugno 2009 e presentata con il rapporto "How to measure Europe's resource use.

Lo studio presentato considera il problema dell'estrazione e dell'utilizzo delle risorse globali, nonché il ruolo e le responsabilità dell'Europa come maggiore importatore di risorse dal resto del mondo, indicando gli aspetti chiave da considerare per l'introduzione di politiche comunitarie efficaci ad arginare il problema.

«Nonostante il relativo incremento di efficienza nella trasformazione delle risorse per unità di prodotto, il valore assoluto di consumo delle risorse globali è destinato a crescere anche in virtù della crescita economica dei Paesi a economia emergente e in via di sviluppo» dichiarano Giovanni Mastino e Massimiliano Bienati degli Amici della Terra Italia.

«In un mondo a risorse finite - affermano gli esponenti dell'associazione ambientalista - ciò porterà ad innescare conflitti per il loro accaparramento e ad un ulteriore deperimento dell'ecosistema del pianeta. Occorre che l'Europa favorisca le politiche a supporto di un forte incremento dell'efficienza d'uso, quali ad esempio il riciclo, e che, contestualmente, introduca obiettivi strategici di riduzione complessiva dell'uso di risorse sul proprio territorio».

Nei prossimi giorni studieremo il dossier (in inglese) per approfondire meglio la questione, alcuni dati interessanti si trovano però già nell'introduzione.

«Gli esseri umani oggi - spiega il dossier - estraggono e utilizzano circa il 50% in più risorse naturali rispetto a solo 30 anni fa, circa 60 miliardi di tonnellate di materie prime ogni anno. Questo è equivalente al peso di circa 41.000 Empire state building. Aumentare l'estrazione di risorse non solo crea problemi ambientali, ma spesso anche problemi sociali come la violazione dei diritti umani e delle condizioni di lavoro. Questi effetti negativi sull'ambiente hanno un impatto sociale fortemente sentito in Africa, nei paesi latino-americani e asiatici dove è bassa l'attenzione per l'ambiente e per le norme sociali. Stanti le attuali tendenze di crescita, il nostro livello di estrazione di risorse naturali potrebbe aumentare fino 100 miliardi di tonnellate entro il 2030. Le popolazioni dei paesi ricchi consumano fino a 10 volte di più risorse naturali rispetto a quelle dei paesi più poveri. In media, un abitante del Nord America consuma circa 90 chilogrammi (kg) di risorse ogni giorno. In Europa, il consumo è di circa 45 kg al giorno, mentre in Africa le persone consumano solo circa 10 kg al giorno. Con quasi 3 tonnellate pro capite l'anno, l'Europa è il continente che ha la rete più elevata di importazioni di risorse. L'Europa beneficia quindi di un trasferimento di maggiori risorse dai paesi più poveri». 

«L'attuale sistema del commercio mondiale - viene detto successivamente - sostiene questa sostanziale disparità nella distribuzione dell'uso delle risorse naturali. Ciò solleva importanti questioni per la giustizia globale. L'economia mondiale oggi utilizza circa 30% in meno di risorse per la produzione di un euro o dollaro di PIL rispetto a 30 anni fa, tuttavia, l'uso delle risorse complessive è ancora in aumento. L'efficienza delle risorse è migliorata costantemente in Europa e nel mondo. Tuttavia, come si consumano in crescita quantità di prodotti e servizi, questo trend positivo è più che compensato dalla crescita complessiva delle nostre economie. Al fine di creare un mondo più equo e sostenibile ,nelle regioni con elevati livelli di uso delle risorse pro-capite, come l'Europa, sarà necessario diminuire drasticamente il loro uso in termini assoluti. Tale riduzione delle risorse usate nelle regioni più ricche darà a quelle più povere la possibilità di aumentarne lo sfruttamento ai fini di superare la povertà e aumentare la loro qualità di vita. Questo principio è già affermato nel dibattito globale sul clima, e deve essere esteso al settore dell'utilizzo delle risorse. Servono azioni a breve termine per ottenere che l'Europa e gli altri paesi ricchi vadano sulla strada giusta. Questi comprendono l'attuazione di misure politiche volte ad aumentare i prezzi delle risorse naturali e a premiare i comportamenti virtuosi, sfruttando l'efficienza delle risorse all'interno delle imprese, l'aumento del riciclaggio e l' informazione verso i consumatori circa le loro possibilità per ridurre l'uso delle risorse naturali». Ancora più significativo è trovare - si legge sempre nel dossier - «nuovi modelli di sviluppo in Europa e in altri paesi industrializzati che si focalizzino sul benessere, invece che sull'aumento di produzione e di consumo», «Ciò richiederà un ripensamento del ruolo della crescita economica e dei legami tra l'uso delle risorse, la qualità della vita e la felicità».

 

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